THE PURPLE SERIES
PAINTINGS AND DRAWINGS 2010-2013
LA SERIE VIOLA
DIPINTI E DISGEGNI 2010-20132
TITOLO DEL PROGETTO: PINOCCHIO TORRE DI BABELE
SPONSOR ISTITUZIONALE: FONDAZIONE RUSTIA‐TRAINE, TRIESTE
CURATRICE: ELISA DE HALLEUX Ph.D. Prof . storica dell’arte, Universita’ La Sorbonne, Parigi.
Prof. Dr. ELISA DE HALLEUX – LA SERIE VIOLA :
« Un’immagine e’ quella in cui il Passato incontra il Presente in un lampo per formare una costellazione ». Questo pensiero di Walter Banjamin traduce magnificamente l’essenza stessa dell’opera di Gaspare Manos.
Questo artista e tutta la sua opera riflettono un « incontro »
Incontro, per cominciare, tra diversi luoghi : universi, culture, molte lingue anche, confluiscono nella sua pittura. L’anima di Gaspare Manos e’ vagabonda, itinerante, ed e’ precisamente in questa diversita’, in questa ampiezza, in questa infinita apertura insomma, che essa trova la sua unita’. Fin dalla sua infanzia l’artista percorre il mondo intero, e nei suoi quadri Venezia e l’Africa si toccano senza mai scontrarsi : gli echi lontani del tocco pittorico svelto di un Tiepolo si mescolano a forme possenti che richiamano l’immobilita’ maestosa e grave delle maschere africane. Cosi’ pure certe figure femminili dalle curve marcate, perfino esagerate, evocano dee arcaiche ; ma a queste donne delle eta’ passate si affiancano teste di cherubini dai riccioli barocchi, o delle siluette schematiche , buttate giu’ con pochi tratti rapidi e precisi, che sembrano uscire da un fumetto.
Incontro, di conseguenza, di epoche distinte : la sopravvivenza, o il ritorno, di una raffinatezza del tutto aristocratica, molto Settecentesca, si affianca ad una modernita’ radicale, visibile nel tratto essenziale e nelle sue scelte estetiche. Mentre il linguaggio artistico, perfettamente assimilato e dominato, dell’Antichita’ e del Rinascimento – Michelangelo, sopratutto, di cui si riconoscono certe pose come quelle dello Schiavo del Louvre, o del Genio della Vittoria, o del David – viene a nutrire il suo immaginario di una densita’ figurativa eccezionale.
Gaspare Manos libera e rompe gli schemi nelle sue composizioni scavalcando ogni concezione classica dello spazio. Altro segno della sua contemporaneita’, le molteplici vignette o «sequenze» rappresentate all’interno dei suoi quadri sfuggono a qualsiasi concatenamento logico temporale. Tutto cio’ e’ lasciato aperto : allo spettatore decidere di vedere quello che crea in lui una risonanza.
Incontro, poi, del figurativo e dell’astratto. Le opere di Gaspare sono regolarmente scandite dal ritmo di linee che salgono. Verticalita’ e movimento ascendente si ritrovano tanto nelle sue descrizioni di citta’, come nei suoi ritratti, nelle sue invenzioni allegoriche e nei suoi lavori astratti.
Incontro, infine, del colore e del tratto, come in questa Serie Viola , vasto insieme di disegni eseguiti ad olio su carta o su tela. L’aspetto fortemente grafico dell’insieme non esclcude una grande attenzione portata agli effetti di materia. In definitiva, l’unita’ tra tutti questi disegni che mescolano luoghi, soggetti, temporalita’ e scale di grandezza , é data da un colore – il viola – che é esso stesso risultato di una sintesi. Incontro del blu che punta verso lo spirito, la spiritualità, la purezza di una linea liberata da ogni pesantezza materiale, e di un rosso che fa sentire con intensità la dimensione emotiva, passionale e carnale cosi’ pregnante in questa serie, é il colore che introduce continuità nel discontinuo. Fatto originale, il colore assume un ruolo fondante nella struttura stessa dell’opera – ruolo generalmente riservato al disegno.
L’ incontro, lo si vede, prende dunque in Gaspare Manos la forma ambigua dell’alleanza dei contrari. La Serie Viola e’ tutta attraversata da questa tematica. L’artista ci affida, per riprendere le sue stesse parole, un interrogativo sul mondo, sull’identita’ delle cose e degli esseri. Ma la sua ricerca di una forma personale di verita’, o di autenticita’ – ricerca della quale si intravvede il carattere instancabile attraverso la ripetizione incessante di certi motivi, immagine di uno spirito costantemente in cerca – questa ricerca di cio’ che sta sotto, di cio’ che va al di la’ del le apparenze, del fittizio, dell’illusione, passa paradossalmente attraverso la messa in scena sommessa di una bugia. Pinocchio diventa cosi’ una figura onnipresente : come un sogno ricorrente e inquietante, ritorna da una tela all’altra, a gettare un dubbio sulla spensieratezza di questa gioventu’ nuda e amorosa che si offre ai nostri occhi. Allo stesso modo le maschere, sotto l’aspetto di volti in cui un occhio e’ aperto e l’altro e’ chiuso ( o vuoto) turbano l’effervescenza erotica e scatenata delle figure – coppie abbracciate, donne che si offrono, giovani sensuali – che animano con molteplici variazioni molti di questi disegni.
La strana Arcadia che ci si presenta davanti e’ un invito a riflettere sul nostro modo di esser al mondo.
ELISA DE HALLEUX Paris 2013
1. INTRODUZIONE
Il progetto proposto dall’artista Italiano Gaspare Manos (1968) per una mostra nella citta’ di Venezia in concomitanza alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte 2013 (ora in avanti denominata la Biennale) si intitola PINOCCHIO TORRE DI BABELE e include la SERIE VIOLA di opere dell’artista eseguite nel periodo 2010-2013 esposte per la prima volta in questa mostra.
Il progetto ha come obbiettivo principale la presentazione di opere su tela e cartone eseguite con l’idea di poi presentare successivamente un nuovo grande soffitto dipinto su tela (40m2) in sostituzione di quello del 700’ dipinto da Francesco Fontebasso (1707‐1769) in Palazzo Duodo a Santa Maria del Giglio (San Marco), Venezia, e andato disperso da quasi un secolo.
Una volta dipinto, sarebbe il primo grande soffitto nuovo eseguito a Venezia in duecento anni, dopo tanti venduti e andati perduti, come appunto il Banchetto di Cleopatra del quale resta solo una foto in bianco e nero del Naya. Il soffitto da riproporre ha come struttura architettonica una forma ascensionale che si presta al concetto di Babele. Mantenendo la struttura architettonica d’origine l’artista ha l’intenzione di far vivere in un vortice ascensionale una serie di ricordi, persone e oggetti del suo mondo interiore – mondo che ha creato attingendo a quelle diverse realta’ vissute in (Asia 1968‐75) (Africa 1975‐82) (Europa 1983‐presente).
2. PERCHE’ BABELE E PINOCCHIO ?
Come sappiamo, la storia di Babele spiega la confusione delle lingue dovute alla variazione del linguaggio umano. Potremmo interpretare la costruzione della torre come un atto di sfida a Dio ordinato dal tiranno Nimrod, secondo l’interpretazione suggerita per la prima volta nel primo secolo in Flavio Giuseppe.
Ma Gaspare Manos propone di rovesciare l’interpretazione classica con una maggiore enfasi sul motivo esplicito dell’omogeneita’ culturale e linguistica menzionata nella narrativa stessa. Questa lettura del testo vede le azioni descritte nella Genesi non come punizione dell’orgoglio umano, ma come un’eziologia delle differenze culturali: Babele come culla della civilta’ – come calderone delle idée che poi incrementano il sapere universale.
Il personaggio chiave che Gaspare fa interagire con oggetti e personaggi dipinti nelle opere proposte e’ Pinocchio. Questo burattino di legno che sogna una vita vera e’ spesso costretto a mentire diventando sinonimo di bugia. C’e’ qui una crudele dualita’: un Pinocchio che scappa dalla sua realta’ di burattino immobile, e una volta “vivo” si inventa un ulteriore vita dicendo bugie – cioe’ inventando ancora una volta altre realta’. Ci fa’ riflettere molto questo personaggio sullo stato ‘in bilico’ dell’essere umano; intrappolato tra corpo e pensiero: due mondi diversi e concatenati; cioe’ quello interno (personale/sognato) e quella esterno (vissuto/sociale) – spesso due mondi che mentono a se stesso ed a altri.
Un progetto autobiografico in parte, l’artista Manos ha messo oltre 40 anni ad accettare la sua persona e diventare se stesso: cioe’ artista. Solo accettando se stesso e smettendo di vivere una bugia come Pinocchio, l’artista ha potuto interagire serenamente con persone, informazioni, oggetti, posti e pensieri del suo contesto storico e sociale ‐ avvicinandosi di piu’ ad uno stato inebriato d’amore per tutti gli elementi che costituiscono il ‘suo’ mondo ed enciclopedia universale. Solo capendo e amando allo stesso modo gli elementi costitutivi di questo mondo interiore si fa dialogare la babele che e’ in noi.
Pinocchio e Babele diventano quindi una forte metafora dello sviluppo del pensiero e della societa’ in generale, ma anche una metafora specifica del mondo complesso dell’arte, delle sue istituzioni, dei suoi collezionisti, meccanismi di finanziamento, dei molti messaggi occulti e forze in gioco.
L’interesse dell’artista Gaspare Manos per le citta’, la storia, lo sviluppo sociale, il caos, il linguaggio, la percezione, la natura relativa della realta’ (specialmente quando si tratta della percezione sociale opposta a quella individuale) e’ alla base di questa SERIE VIOLA esposta per la prima volta a Venezia nel 2013. Il tema di Pinocchio e Babele consente all’artista di esplorare temi e argomenti che lo appassionano. Un uso del figurativo in chiave contemporanea va a dimostrare anche un’abilita’ oggi molto rara nel mondo dell’arte, quella del disegno – anche’essa come metafora del sapere – cioe’ un ritorno alla base (la linea) per capire il caos dell’oggi (il colore).
3. FILOSOFIA DEL PROGETTO
Per questo progetto, l’artista ha assegnato una primaria rilevanza, in ambito gnoseologico, alle sue esperienze di vita trascorsa in continenti diversi. Le opere proposte sono dunque una visone “trascendentale” del suo mondo interiore : Babele e Pinocchio la chiave di lettura. Questa SERIE VIOLA e’ il risultato di una ricerca filosofica che dura da oltre 20 anni e che ha persino spinto l’artista Gaspare Manos a ottenere un Ph.D. a Londra nel 1996.
I concetti chiave del progetto sono [1] percezione interiore come realta’ interiore o sogno in contrapposizione a [2] realta’ come visone sociale ossia pluralismo; [3] il ruolo del passato sul presente linguaggio e percezione; [4] la globalizzazione. Il principio chiave dietro al pensiero dell’artista e quello della Fenomenologia, ossia una filosofia che inizia con l’esplorazione della “realta” che si presenta a noi nell’esperienza conscia come mezzo per cogliere lo Spirito Assoluto che è dietro quello che vediamo e viviamo.
Con un suo continuo viaggiare e vivere in giro per il mondo per oltre 40 anni, l’artista si e’ dovuto immergere in varie culture con usanze, lingue, modi di pensare, ricordare e tramandare ricordi molto diversi – li ha metabolizzati e interiorizzati per integrarsi e conoscere meglio se stesso e il suo spazio/tempo. In questo modo l’artista a dato a se stesso la possibilita’ di accedere in parte a quella che e’ un “enciclopedia universale” del sapere, fatta di frammenti del pensiero con radici totalmente diverse. La meravigliosa diversita’ gli ha regalato una visione Babelica di questa enciclopedia del sapere universale dove, spesso la verita’ diventa finzione e la finzione diventa verita’.
L’artista con queste sue opere e l’idea di dipingere successivamente un grande soffitto vuole sottolineare l’aspetto trascendentale dell’arte in generale: il sogno che spesso si nasconde dietro l’aspirazione del sapere.
E’ importante anche notare che il nuovo soffitto proposto in questo progetto potra’ essere presentato nel suo contesto; in un salone del piano nobile di Palazzo Duodo, San Marco 2506, Venezia 30124 a Santa Maria del Giglio costruito dall’architetto Scamozzi nel 500’. Una volta eseguito a Palazzo Duodo, il soffitto dara’ vita ad un vortice di forme e colore visionabile dal basso e non pari‐pari come un quadro. Visionare un opera da sotto piegando la testa implica tutt’altra psicologia – un po’ come mettersi in ginocchio davanti alla grandezza delle idee e azioni umane.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI SULL’ARTISTA GASPARE MANOS:
WWW.GASPARE-FOUNDATION.COM
INFORMAZIONE SPONSOR ISTITUZIONALE :
La Fondazione no profit scientifico culturale Maria e Eugenio Dario Rustia Traine di Trieste, ha come scopo di conservare e tutelare patrimoni culturali, artistici, storici e letterari che ritiene importanti. La Fondazione organizza conferenze, concerti e mostre in Europa, pubblica in proprio e promuove l’edizione presso terzi di libri, testi musicali e dischi. Dispone di una ricca biblioteca (di cui sono reperibili on line i primi 4.000 titoli) ed e’ responsabile per la redazione di periodici illustrati per la documentazione e diffusione delle iniziative della Fondazione nel mondo.
Sono Revisori dei Conti della Fondazione Traine i rappresentanti del Ministero dei Beni culturali dottor Marco Menato ed il sostituto dottor Livio La Naia, i collaboratori Piero Bonacci e Ada Ceccoli ed il sostituto Marcello Gabrielli.
Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione è formato, oltre che dal presidente, dalla Vice Presidente Comm. Liliana Pessina, dalla Segretaria dottoressa Rachele Denon Poggi , dalla professoressa Chiara Motka Luxardo che cura la parte culturale, dall’ingegner Ferruccio Tommaseo che sovrintende all’organizzazione generale e dal commercialista Enea de’Vidovich che cura la parte amministrativa, coordina il settore giovanile ed i contatti con l’estero. Il settore musicale è curato dal maestro Sergio Siccardi e dal musicologo Giuliano De Zorzi, quello delle mostre di arti plastico figurative dal critico Sergio Brossi.
Fondazione scientifico culturale Eugenio Dario e Maria Rustia Traine Via dei Giacinti, 8 Trieste T: 040.425118 F: 040.4260637 info@rustiatraine.it Presidente: On. Renzo de’Vidovich
FOTO OPERE : ANDREW BROOKE www.andrewbrooke.com
JURIS & PERL S.a.s di Paolo Juris e C.
San Marco 2950
I – 30124 Venezia
Tel.: 0039 041 522 06 03
Fax: 0039 041 528 56 99
E-Mail: info@jurisandperl.com